Nel marzo 2015 fa io e Fabio abbiamo fatto una capatina alla Castagnina: eravamo in cerca di un peloso. Sul sito avevamo individuato Bella, ma poi non ci è stato possibile adottarla perché, pur non essendo noi alla prima esperienza, si trattava di una cana che ancora aveva bisogno di tempo per risolvere alcuni problemi. Poi Roberta ci ha buttato lì un: ‘Però guardate, proprio adesso stanno portando fuori Filippo’. Ricordo ancora le parole di Fabio: ‘Siamo fottuti!’.
Già, perché dopo aver visto lo sguardo di Filippo, Fabio aveva capito che sarebbe entrato nella nostra famiglia, coccolato e viziato.
Del resto, la mia frase preferita, quella per cui Fabio mi prende spesso in giro è: ‘Con quello che ha sofferto, adesso non possiamo non concedergli questo e quello’. Filippo era stato avvelenato in Sicilia, salvato in extremis e mandato al nord a cercare fortuna. Filippo ha la leishmaniosi, ma abbiamo trovato veterinari spendidi che ci hanno dato tutta l’assistenza del caso e ci hanno fatto capire che la leishmaniosi non è più una malattia da temere, solo da tenere sotto controllo. Vi confesso che, pur essendo un peloso ben socializzato con i propri simili, tanto da diventare amico di cani che, a detta degli stessi padroni, hanno caratteri difficili, pur essendo un piaggione incredibile con gli estranei alla famiglia, con me e con Fabio ci ha messo un po’ per lasciarsi andare. Ma adesso lo conosciamo bene: lui interagisce con noi non dando baci e non uggiolando quando torniamo dal lavoro, ma giocando. Filippo giocherebbe sempre, con la pallina, la corda, i peluche…
Con Fabio fa la lotta, buttati entrambi a terra. Filippo è molto fisico.
E poi è peggio di un gattone: lui che non ha mai avuto nulla, ama i suoi pouf sparsi per casa, il terrazzo dove spesso soggiorna per ore a cuocere al sole.
Filippo è un selvaggione, è nato libero e vuole continuare ad essere libero, seppur con gli agi di una vita casalinga: ama trascorrere ore nei campi a seguire le uste di lepri e fagiani, buttarsi nelle rogge in piena estate, abbaiare agli scoiattoli (se i cani avessero le ali…) e rotolarsi sulle ‘torte’ delle mucche e sulle carcasse degli animali morti in montagna. Filippo è riposo e russate dopo la fatica, è un attore quando vuole essere consolato per una spinetta incastrata tra due polpastrelli.
Filippo è tanto altro, ma come spiegarlo in una semplice lettera?