Post-Adozione

Inserire un cane in un nuovo contesto, richiede sempre attenzione e pazienza.

Primi passi col tuo amico a 4 zampe

Il cane si sentirà spaesato, anche se ci sembra assurdo, pur vivendo ovviamente male in canile, a volte loro ne fanno la loro triste sicurezza, dobbiamo tenere conto di questo quando ce ne portiamo uno a casa. La vita di questo povero esserino verrà stravolta, le sue certezze stravolte. Sarà abituato a dormire al freddo e si troverà al caldo (che è solo un bene ovvio ma al suo organismo ci vorrà un pochino per abituarsi), era abituato a sporcare ogni volta che voleva in box, ed ora deve farla “a comando”, si ritrova con voi, dei perfetti estranei.

Abbiate pazienza e abbiate rispetto dei suoi tempi, non esitate a chiedere consiglio (e se desiderate potete richiedere l’intervento di un educatore).

Vi riportiamo dei semplicissimi consigli (solo i più elementari):

Appena portate il cane a casa, tenetelo tranquillo, per lui lasciare il canile è già una grande emozione, tenetelo in casa, evitate lunghe passeggiate, o negozi o il veterinario e di certo evitate i parchi, evitate di invitare gente i primi giorni, non portatelo in altre case. lasciate che si abitui al nuovo cambiamento: a voi, alla casa e alla zona. Niente aree cani o parchi all’inizio.

I primi giorni sono quelli a rischio alto di fuga (il cane a volte si confonde/spaventa e nella confusione non sapendo che fare fugge), indossate sempre la pettorina antifuga, tenete sempre la mano arrotolata nella maniglia del guinzaglio, ed in auto legatelo sempre in modo che quando aprite la portiera non possa scappare.

Se desiderate che il cane non prenda abitudini sbagliate non dategliene, fin dal primo giorno

Far salire il cane sul letto e sul divano, non è solo una questione igienica, ma soprattutto educativa il cane ha una mentalità molto gerarchizzata (dove nel branco il più forte sta in alto) e se voi lo autorizzerete a salire al “vostro livello” lui si sentirà un vostro pari, mentre quanto gli vogliate bene e lo consideriate un componente della famiglia, è corretto che siano ben definiti i ruoli.
Raccomando sempre di tenere il cane al guinzaglio, di certo, per i primi 6 mesi dall’adozione, (spesso i cani fuggono o si perdono perchè questo consiglio viene stupidamente ed irresponsabilmente ignorato, tenere la pettorina anti fuga che diamo noi al momento dell’affido)

Controllare sempre che la medaglietta sia attaccata al collare (spesso le perdono) e soprattutto che venga utilizzato il guinzaglio fornito da noi al momento dell’adozione (si tratta di un guinzaglio anti-fuga, munito di un blocco speciale, che impedisce l’allargamento del collare e resta sempre a misura del collo)

Ed ora parliamo di uno dei disturbi più tipici dei cani che hanno sofferto, perchè abbandonati da chi amavano più della loro stessa vita (ricordatevi sempre questo..ne soffrono perchè qualcuno gli ha spezzato il cuore, abbandonandoli)

Ansia da separazione
(anche in cani che non manifestano questi sintomi sarebbe bene osservare queste elementari accortezze)

L’ansia da separazione è un problema comportamentale abbastanza comune e indubbiamente crea moltissimi disagi ai proprietari dei cani che ne sono affetti. Purtroppo non sempre i proprietari capiscono che i comportamenti posti in atto dal loro cane sono da addebitare ad un vero e proprio problema del comportamento e di conseguenza non riescono a porvi rimedio.
Il cane affetto da ansia da separazione manifesta una serie di comportamenti molto tipici, sia quando viene lasciato solo, sia nella comune vita domestica. E’ un cane solitamente di indole buona, molto affettuoso, che stabilisce un legame molto forte e intenso con i padroni e che vive la separazione, anche momentanea, dall’oggetto del suo appassionato amore, il padrone, come una vera sciagura.
Non è un problema che dipende dalla volontà del cane pertanto va aiutato e non inutilmente punito (peggiorando la situazione)

Comportamenti classici dell’ansia da separazione:
Tendenza a seguire il padrone negli spostamenti all’interno della casa (per non perderlo mai di vista);
Segni di ansia accompagnano i preparativi che precedono l’uscita del padrone;
una volta lasciato solo, il cane abbaia, ulula, geme (di solito entro i primi dieci minuti dalla sua uscita, al massimo mezz’ora);
In assenza del padrone possono aversi comportamenti distruttivi rivolti verso l’arredamento (in particolare arrecando danni agli stipiti e alle porte – frustrazione da barriere -, ma non solo);
temporanea anoressia: il cane in assenza del padrone non tocca cibo;
in alcuni casi, sempre in assenza del padrone, tendenza ad orinare e defecare in giro per la casa;
elaborato rituale di benvenuto al ritorno del padrone (feste eccessive).

Naturalmente i comportamenti descritti sono solo indicativi, non sempre si presentano tutti e possono avere intensità differenti.
Lo sbaglio che viene commesso frequentemente dai proprietari di questi cani consiste nell’attribuire questi comportamenti a vendetta: si interpretano queste reazioni come dei dispetti che il cane compie volontariamente per manifestare la propria rabbia per essere stato lasciato da solo. Alcuni, al ritorno a casa, sgridano e picchiano il cane per castigarlo, è la cosa più sbagliata e contro producente che si possa fare. Non serve chiaramente a nulla: il cane non capirà il motivo di quella punizione, non riuscirà ad associarla al suo comportamento “indesiderato”, non avrà altro risultato che disorientarlo, spaventarlo ed aumentare la sua ansia. I proprietari sono convinti che il cane capisca perfettamente il motivo della punizione perché questi, le volte successive, assume un’ aria “colpevole”: questo atteggiamento “colpevole” in realtà è dovuto unicamente alla previsione del castigo che il cane ha associato alla simultanea presenza sua, della casa messa a soqquadro e del padrone. E’ quindi importantissimo saper riconoscere e interpretare correttamente questi comportamenti, per poter risolvere il problema nel modo migliore non appena inizia a manifestarsi. Le numerose ricerche scientifiche svolte in tutto il mondo hanno dimostrato che la distruttività, le vocalizzazioni e le eliminazioni che appaiono solo ed esclusivamente alla separazione dal padrone sono unicamente una manifestazione dello stato ansioso sofferto in quel momento dal cane, totalmente indipendenti quindi dalla volontà del cane.

Cause dell’ansia da separazione

Sicuramente è il prodotto di una particolare personalità del cane e del suo ambiente. Ma a volte anche dal rapporto morboso che erroneamente il proprietario incoraggia. L’ansia da separazione colpisce cani che sono stati separati precocemente dalla madre, da un precedente proprietario che si occupava poco di loro o cani che provengono da un canile.
Una parte consistente molto spesso la svolge tuttavia anche il padrone, per quanto inconsapevolmente. Capita infatti ai padroni più legati al proprio cane di incoraggiare inconsciamente questi comportamenti: lo sommergono di attenzioni e di affetto, ampiamente ricambiati dalla bestiola, tanto che un filo invisibile li lega perennemente. Sicuramente il rapporto che si instaura fra il cane e il padrone è ricchissimo e dà incredibili soddisfazioni, il rovescio della medaglia è appunto l’ansia da separazione.

Rimedi per l’ansia da separazione

Del tutto inutile e, anzi, controproducente sgridare il cane, vediamo allora alcuni rimedi che si possono adottare:

  • Iniziare un programma di allenamento all’indipendenza: il cane deve capire che può cavarsela benissimo da solo (abituarlo a non dormire sul letto, spostandolo su una cuccia a terra, prima vicina al letto, poi posta sempre più lontana, fino a collocarla in un’altra stanza; insegnare al cane a restare nella sua cuccia per periodi sempre più lunghi mentre si è in casa – la cuccia va collocata in una stanza differente da quella in cui si trovano i padroni, non mancando mai di gratificarlo quando ubbidisce e sta tranquillo;Meglio non invitarlo a sdraiarsi sui piedi mentre si guarda la TV.. ed evitare di coccolarlo troppo.
  • Se ti segue in tutte le stanze quando ti muovi e se ti anticipa nell’entrare in una stanza, torna indietro e non entrare mai dopo di lui, fai un giro e poi riprova, una volta entrato da solo, chiuditi la porta alle spalle isolandolo, deve imparare a vivere senza stare necessariamente accanto a te;
    mentre sei in casa, nascondi il suo o i suoi giocattoli preferiti, li metterai a disposizione quando dovrai assentarti (il kong, giochino con un incavo al centro dove si infilerà del cibo come formaggio o bocconcini, può servire a distrarlo durante la tua assenza, il momento più critico pare sia la prima mezzora)
  • Ogni attività deve essere proposta dal padrone (gioco, cibo, ecc.);
  • Desensibilizzare il cane ai “rituali” che precedono l’uscita: svariate volte al giorno vestirsi di tutto punto come se si dovesse uscire, mettersi le scarpe, prendere le chiavi di casa, la borsa, la giacca, il cappello, avvicinarsi alla porta, mettere la mano sulla maniglia.. senza poi uscire realmente. Fare molta attenzione al rituale: si devono compiere esattamente quei comportamenti che si compiono prima di uscire, senza tralasciare nulla. Il tutto deve avvenire per gradi e badando di passare ad un grado successivo solo quando il cane mostrerà indifferenza. Questo “rituale” va ripetuto finché non si nota un totale disinteresse del cane nei confronti di tutti i preparativi che precedono l’uscita, in quel momento si potrà azzardarsi ad aprire uno spiraglio, poi ad aprire del tutto la porta, poi ad uscire per un minuto, poi per tre, e via dicendo…;
  • Ignorare completamente il cane per i venti minuti che precedono l’uscita e per i venti minuti successivi al ritorno a casa, assolutamente deleterio accettare le sue “feste”, ignorarlo facendo altro o scansandosi, come se non lo si vedesse; dare qualcosa di appetitoso al cane una prima di uscire: dev’essere una leccornia che lo tenga impegnato per diverso tempo anche dopo che sarete usciti. Il kong, o altri tipi di giochi indistruttibili o ossine da sgranocchiare (se al ritorno non avesse ancora terminato di mangiarlo, non lasciarlo ulteriormente a sua disposizione perché perderebbe l’interesse: deve considerarlo una cosa unica ed eccezionale!) ;
  • Lasciare radio o televisione accese quando si esce, meglio ancora sarebbe registrare una cassetta con il “sottofondo” di quando si è in casa ed utilizzare questa;
    non contribuire MAI ad aggravare l’ansia da separazione enfatizzandola troppo con nostri comportamenti, sguardi, parole, prima di uscire o al rientro: i cani sono sensibilissimi ai segnali che, anche inconsciamente, inviamo loro;
  • Evitare assolutamente di rientrare in casa se il cane sta abbaiando o gemendo, neanche se solo per sgridarlo, in uno di quei momenti in cui si zittisce, per ascoltare o per prendere fiato, apri la porta ed entri nel suo ambiente.Attento a non entrare se sta quando o abbaiando, rischieresti di produrre un rinforzo positivo mentre sta chiamando
    iniziare degli esercizi di obbedienza, anche semplici, per cinque o dieci minuti tutti i giorni;

Nei casi più gravi comportamentista e veterinario (ma questa dev’essere tuttavia l’ultima spiaggia: prima vanno provati TUTTI i rimedi alternativi elencati, rimedi che si rivelano più che sufficienti a risolvere la stragrande maggioranza dei casi di ansia da separazione) potranno prescrivere dei medicinali ansiolitici e antidepressivi o meglio ancora l’uso del collare ai feromoni o del semplice diffusore.

L’ansia da separazione non si risolve dall’oggi al domani, occorre molta pazienza ed il cane non è colpevole nè dell’ansia che si porta dietro, nè dei possibili disastri che ne derivano, siate comprensivi e pazienti. Eventuali disastri o distruzioni da parte del cane, non sono dispetti ma solo il risultato di uno stato d’animo (come noi che sbadigliamo quando siamo stanchi).

Siamo nel lodigiano, un canile privato (non convenzionato/sovvenzionato dai comuni), un bel canile in provincia di Lodi esattamente a Pieve Fissiraga, a 5 km dall’uscita del casello Lodi e a pochi km da Milano.